CAM, scelta imprescindibile per mantenere la competitività

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Milano, 23 Dicembre 2021 – Anche nelle piccole aziende del settore meccanico il CAM è ormai diventato una scelta assolutamente indispensabile per mantenere la competitività in un mercato complesso come l’attuale. A sostenerlo è Massimo Castaldelli, direttore di SolidCAM Italia, durante un’intervista rilasciata alla fiera EMO 2021 di Milano e pubblicata sul magazine “Tecnologie Meccaniche” nel mese di dicembre.

“La fase espansiva del mercato che stiamo vivendo non appare a macchia di leopardo, ma è forte e diffusa da Nord a Sud. Il settore del CAD/CAM si è contraddistinto negli ultimi anni per acquisti e accoramenti da parte di grandi Gruppi, ingenerando qualche confusione nell’utenza. Noi siamo rimasti una delle pochissime case che hanno mantenuto la propria indipendenza: il management aziendale fa capo alla stessa famiglia fin dalla fondazione, contribuendo in modo decisivo alla stabilità della società.”

“Questo ci consente anche di avere un rapporto diretto con coloro che sviluppano il prodotto, pronti a tradurre in nuove funzionalità le richieste degli utenti; il nostro incremento del volume d’affari nell’anno in corso supera il 30%. Ormai il CAM è una dotazione sempre più vista come imprescindibile anche nelle piccole officine; anzi, soprattutto queste ultime devono vincere importanti sfide sul mercato e quindi devono ottimizzare ogni lavorazione.”

“In questa ottica,” continua Massimo Castaldelli, “SolidCAM ha inventato iMachining, una strategia esclusiva e brevettata le cui rivoluzionarie funzionalità consentono di ottenere un notevole risparmio di tempo e un consistente aumento della vita utile dell’utensile, migliorando drasticamente la produttività dell’officina. Il pezzo viene aggredito con tutta l’altezza della fresa, ad alta velocità e ad asportazione costante, secondo un avanzamento calcolato dal sistema. Le macchine utensili, d’altro canto, sono sempre più complesse ed è ormai quasi impossibile eseguire manualmente a bordo macchina percorsi efficienti senza ricorrere al CAM, alle simulazioni, al controllo delle collisioni.”

“I nostri clienti”, prosegue Castaldelli, “ci riferiscono delle odierne difficoltà a reperire materiali e a fronteggiare costi sempre crescenti; tutti concordano sul fatto che la dipendenza dalla manifattura dell’Estremo Oriente è decisamente eccessiva e sperano che, specialmente nell’elettronica, si torni a riportare almeno qualche fabbrica in Europa.”

“In effetti l’automazione sempre più spinta e il costo del trasporto container aumentato del 500% rispetto ad un anno fa potrebbero ricomporre decisamente lo squilibrio del maggiore costo del lavoro che si registra in Occidente. Comunque, fa sensazione che anche i tedeschi, con la loro poderosa industria dell’automobile che da sola vale quasi la metà del PIL italiano, si siano di fatto consegnati alla dipendenza estera/asiatica per la componentistica elettronica. Così oggi sono costretti a bloccare le catene di montaggio per mancanza di pezzi!”.

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